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Eid al Fitr: festa di fine Ramadan

  • Foto del escritor: Ousliman
    Ousliman
  • 25 may 2020
  • 2 Min. de lectura

Actualizado: 26 may 2020

Parola che in arabo significa: interruzione del digiuno, ed è la celebrazione del simbolizza il superamento delle differenze e dei conflitti.



L' Eid al-Fitr è la festa che marca la fine del Ramadan e l'inizio del Shawwal, il 10º mese del calendario islamico. Secondo la tradizione inizia al calare del sole, quando compare la prima falce di luna nuova. Durante i 3 giorni che dura l'Eid al-Fitr si rende omaggio e si commemora Dio celebrando la fine del digiuno in compagnia di familiari e amici. Seguendo i valori del Ramadan, l'Eid al-Fitr è caratterizzato da un sentimento di carità e generosità:  i fedeli realizzano donazioni ai più bisognosi in modo che tutti possano celebrare questo momento con un buon banchetto.



Come per il Ramadan, questa festa è un momento di riflessione spirituale, di perdono e superamento delle differenze e dei conflitti, un momento in cui ci si avvicina a Dio e lo si ringrazia per la forza data nell'affrontare il Ramadan. Normalmente la giornata inizia molto presto, prima del sorgere del sole. I fedeli, secondo i dettami di Maometto, si lavano i denti con uno spazzolino, si fanno una doccia e indossano degli abiti nuovi (o comunque i migliori) prima di recitare le preghiere mattutine. La preghiera propria del Eid al-Fitr, invece, tradizionalmente viene recitata in compagnia della comunità, preferibilmente in spazi aperti e, per non pregare a stomaco vuoto, si mangiano dei datteri in numero dispari prima di recarsi al luogo di culto. Il resto della giornata è dedicato alla visita dei parenti e degli amici, ci si reca ad onorare i morti, si donano dei regali ai più piccoli e, in generale, si augura amore e benedizioni a tutti.



Augurio che, oltre dalla comunità musulmana, dovrebbe essere anche rivolto dalle Istituzioni che, nel loro laicità, dovrebbero garantire il dialogo e la pace tra le religioni. Purtroppo non è così. Il contesto internazionale non aiuta, dato l’elevato tasso di islamofobia di cui si sono impregnate le società occidentali. Per questo, si tende a dimenticare tali momenti di festa, anche per non inimicarsi i cattolici che continuano a essere la maggioranza nel nostro Paese e continuano a dettar legge su tantissimi argomenti. Questo accade sia a livello nazionale che a livello locale.



Se l’obiettivo comune è quello di costruire la pace, si cominci nel proprio piccolo a farlo, anche porgendo semplicemente gli auguri in queste ricorrenze. Certo, questo gesto non cambierebbe le cose nel mondo, però sarebbe una piccola goccia nell’oceano che contribuirebbe sicuramente a rendere migliore la nostra comunità.

Non ci vuole molto.


Auguri alle sorelle musulmane e ai fratelli musulmani.




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